I palchi invisibili

L'Oca Critica

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Marta Cristofanini e Matteo Valentini leggono i loro taccuini dalle prove degli spettacoli della rassegna ๐—š๐Ÿด ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—ท๐—ฒ๐—ฐ๐˜.

Progetto in collaborazione con il Teatro Nazionale di Genova.
Illustrazione di Michela Fabbri.
Montaggio sonoro di Eva Olcese. read less
ArtsArts

Episodes

In situ โ€“ Rรชverie del secolo XXI
05-11-2021
In situ โ€“ Rรชverie del secolo XXI
L'ultimo mondo che vogliamo raccontarvi รจ quello marino di ๐™„๐™ฃ ๐™จ๐™ž๐™ฉ๐™ช - ๐™๐™š๐™ซ๐™š๐™ง๐™ž๐™š ๐™™๐™š๐™ก ๐™จ๐™š๐™˜๐™ค๐™ก๐™ค ๐™“๐™“๐™„. Ad accompagnarci รจ, ancora una volta, la voce di Marta Cristofanini.โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”Entro in punta di piedi. Unโ€™attrice รจ al centro del palco, in proscenio: guarda fissa davanti a sรฉ e scandisce con un labiale sommesso e serrato quello che suona allโ€™orecchio, lontanamente, come un elenco.molluschi, zoccoli di legno, conchiglie, spugne nel mare, monete dโ€™oro, anfore, fucili a pompa, pesci, mammiferi, alghe nel mare...Boccheggia come un bellissimo pesce. Dietro le ondeggia sinuoso un mare metallico, ostile.petrolio, granchi, boe, bidoni, bottiglie, coralli nel mare, krill, idrocarburi, plancton, buste di plastica...Lโ€™atmosfera รจ densa e setosa. Mi raggiunge il vociare gorgogliante di qualcuno che parla, parla in francese, eccola, in penombra, una signora che dialoga vivacemente con i tecnici del suono e delle luci; sembrano intendersi molto bene ma non potrรฒ mai esserne certa: sono lontani e la loro lingua non รจ la mia.carta, voci nel mare, bisbigli, ciuffi di capelli, schiavi, capitani, donne di mondo nel mare, pirati, aristocratici, esploratrici nel mare...Incrocio uno sguardo curioso, affabile, che mi sfiora morbidamente. Le labbra si muovono nella mia direzione โ€“ bonjour โ€“, la donna che mi sta guardando ha capelli rossi e un sorriso gentile. Emana fiducia, una sorta di malizioso candore felino.Sento stridere: gabbiani? Creature dโ€™aria e di vento, qui? Un uomo avanza verso la scena, ora magicamente svuotata; รจ vestito di nero, mi ricorda qualcuno: sale sul palco, scruta la platea come un orizzonte. Cristoforo Colombo, lโ€™esploratore.La filata comincia, tutto si predispone a scorrere in un flusso onirico di pensieri, di movimenti sinusoidali, di canti e voci che si scorrono accanto, e ho lโ€™impressione che non sfoceranno mai nello stesso mare: il loro destino รจ rispondersi ad echi paralleli. In punta di piedi mi alzo e socchiudo gentilmente alle mie spalle il mondo โ€“ sognato? โ€“ di Atlantide.โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”"In situ - Rรชverie del secolo XXI" di Nathalie Fillionregia Nathalie Filliontraduzione Monica Capuaniinterpreti Fabrizio Costella, Viola Graziosi, Odja Llorca, Graziano Piazzaassistente alla regia Valentina Favellascene e costumi Charlotte Villermetluci Davide Riccardivideomaker Squeasy Filmdirettore di scena Nathan Copelloelettricista Marco Giorcellifonico Edoardo Ambrosiooperatore video Stefano Gualtierisarte Annalisa Recchioni, Angela Sivieroproduzione Teatro Nazionale di Genova, Thรฉรขtre du Baldaquin Paris
Genova 21
03-11-2021
Genova 21
L'ottavo palco invisibile รจ quello di ๐™‚๐™š๐™ฃ๐™ค๐™ซ๐™– 21: ce lo racconta Marta Cristofanini.โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”La scena che mi si para davanti, una volta oltrepassata la soglia del nuovo mondo di Genova 21, รจ una sorta di ufficio-cantiere. Un tavolo, delle sedie, fogli di copione su cui si accumulano osservazioni e appunti, bottigliette dโ€™acqua. Cโ€™รจ anche un musicista con gli altri cinque attori sul palco: รจ in piedi davanti alla consolle, remixa atmosfere in diretta. Tra loro, ce nโ€™รจ uno in particolare che alterna presenza sul palco e battute, indicazioni fulminee e dettagliate sulle intenzioni e i tempi, e che talvolta salta giรน di volata in platea per osservare meglio a distanza quel che succede sul palco.In questo mondo, Fausto Paravidino รจ attore, drammaturgo, regista. Una sorta di laica trinitร , che tesse la propria tela in una continua immersione ed emersione drammaturgica, tenendone vivacemente le redini.Percepisco una sorta di rifiuto nellโ€™aderire a una struttura chiara, definitiva, in cui gli artisti โ€“ benchรฉ ricoprano chiaramente dei ruoli โ€“ sono chiamati a rimanere sul palco in veste civile. Mentre osservo il regista in questa sua continua, fluida metamorfosi, mi riesce difficile capire quale sia il suo vero io: mi sfugge la linea di demarcazione, fisica e vocale, attraverso cui delimitare lo stesso spazio dโ€™azione scenica.Sul palco, intanto, si riflette ad alta voce su sfera individuale e sfera politica, sul magma di quei fatti contemporanei che caratterizzano la nostra quotidianitร  e che solo apparentemente sembrano non cโ€™entrare nulla: scontro generazionale, pandemia, vaccini.Mentre mi spolvero via i trucioli di questo mondo in costruzione, mi rendo conto che lโ€™essenza di Genova 21 รจ quella di una monarchia illuminata, operaia, aureolata dโ€™immanenza. โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”"Genova 21" di Fausto Paravidinoregia Fausto Paravidinointerpreti Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Barbara Moselli, Enrico Pittaluga, Matteo ManzittiMusiche Matteo ManzittiAiuto regia Maria Teresa BerardelliAssistente alla regia Alessandro PetrilloLuci Davide RiccardiVideo Opificio Ciclopedirettore di scena Nathan Copelloelettricista Marco Giorcellifonico Edoardo Ambrosiooperatore video Stefano Gualtierisarte Annalisa Recchioni, Angela Sivieroproduzione Teatro Nazionale di Genova
Basta!
01-11-2021
Basta!
รˆ la voce di Matteo Valentini a trascinarci dentro ๐˜ฝ๐™–๐™จ๐™ฉ๐™–!โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”Entro nel mondo di Basta! con un poco di anticipo rispetto allโ€™orario stabilito e trovo alcuni attori affaccendati negli ultimi minuti di ozio prima dellโ€™inizio delle prove. Dico loro che vorrei chiedere alla regista il permesso di assistere alla giornata di lavoro. Quando mi viene risposto che Kiara Pipino deve ancora collegarsi su Zoom dal suo appartamento newyorkese, la sensazione รจ quella di essere appena stato proiettato in un futuro fluido e sconfinato.Per raggiungerlo, รจ necessario attendere solo alcuni minuti per il corretto funzionamento dellโ€™app, che fatica a riconoscere uno dei due utenti. Successivamente si aggrega alla conversazione anche lโ€™autrice del testo, Wendy MacLeod, che comincia a dialogare con Pipino in un inglese torrenziale e distorto dalla scarsa efficienza delle casse del computer. Alcuni attori si siedono, due improvvisano un tango, altri ancora si scambiano consigli per rafforzare la muscolatura dellโ€™addome.Terminato il colloquio, la regista lamenta una certa distanza della telecamera dal palcoscenico e chiede che il dispositivo venga avvicinato: grazie alla collaborazione di tre persone, il pesante tavolo che funge da appoggio viene spostato piรน avanti, scavalcando tre file di sedili. Le arcinote possibilitร  del mezzo telematico scendono a patti con la materialitร  del reale che le accoglie: il teatro si conferma come luogo imprescindibile del corpo fisico, anche nellโ€™intenzione di favorire un rapporto artistico da remoto, e il mondo di Basta! non rispecchia tanto un futuro fulmineo e inquietante, quanto lโ€™immediato e claudicante presente. โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”"Basta!" di Wendy MacLeodtraduzione e regia Kiara Pipinointerpreti Cristiano Dessรฌ, Lisa Galantini, Marisa Grimaldo, Davide Mancini, Alessandro Pizzuto, Roberto Serpistage assistant Milo Prunottoaiuto regia Lisa Galantinicostumi Irene Barillarivideo e luci Davide Riccardidirettore di scena Fabrizio Montaltoelettricista Marco Giorcellifonico Edoardo Ambrosiooperatore video Stefano Gualtierisarte Annalisa Recchioni, Angela Sivieroproduzione Teatro Nazionale di Genova
Our Heart Learns
30-10-2021
Our Heart Learns
Marta Cristofanini entra ancora in sala. Sarร  i nostri occhi dalle prove di ๐™Š๐™ช๐™ง ๐™ƒ๐™š๐™–๐™ง๐™ฉ ๐™‡๐™š๐™–๐™ง๐™ฃ๐™จ.โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”Arrivando in sala attraverso il retro del palco e le quinte, lโ€™atmosfera รจ al tempo stesso densa e ronzante. Mi acquatto in silenzio, intuendo si tratti di un momento particolarmente delicato: la regista Mercedes Martini รจ indaffarata in un dialogo persistente e inquieto con i tecnici del suono, i tecnici delle luci, gli attori sul palco, che si prestano โ€“ in unโ€™immobilitร  scherzosa e immersa in un gradevole chiacchiericcio โ€“ alla prova per il piazzamento delle luci nella scena prima.La sincronia qui tra musica, luci e battute รจ essenziale per un attacco efficace. Ci vuole rigore: la regista discute, prova, ronza tra platea e palco incalzando i tecnici e gli assistenti, per una resa il piรน possibile fedele a ciรฒ che ha in mente e che puรฒ, deve essere realizzato. Dโ€™altronde, รจ proprio questa la meraviglia che agisce in teatro: il trasferimento quasi diretto tra ciรฒ che si ha in mente, immateriale, a ciรฒ che vive, fisico, in scena. Lo sa bene la regista, che incoraggia lโ€™avverarsi di questa sovrapposizione perfetta โ€“ musica luci battute โ€“ coinvolgendo lโ€™intero mondo che da lei dipende, a cui sโ€™affida.-๐˜ฑ๐˜ชรบ ๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ต๐˜ณ๐˜ข ๐˜ด๐˜ถ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ค๐˜ข, ๐˜ต๐˜ช ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ช ๐˜ด๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ต๐˜ข๐˜ต๐˜ข, ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ง๐˜ข๐˜ณ๐˜ญ๐˜ฐ -๐˜ญโ€™๐˜ข๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ต๐˜ถ๐˜ณ๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ ๐˜ด๐˜ช๐˜ฑ๐˜ข๐˜ณ๐˜ช๐˜ฐ ๐˜ด๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ต๐˜ข ๐˜ญโ€™๐˜ข๐˜ต๐˜ต๐˜ข๐˜ค๐˜ค๐˜ฐ ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ค๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ถ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ฎ๐˜ถ๐˜ด๐˜ช๐˜ค๐˜ข, ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ฆ ๐˜ง๐˜ข๐˜ค๐˜ค๐˜ช๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฐ?-๐˜จ๐˜ถ๐˜ข๐˜ณ๐˜ฅ๐˜ข ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜ด๐˜ถ, ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ญ๐˜ถ๐˜ค๐˜ฆ ๐˜ณ๐˜ช๐˜ต๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ท๐˜ช ๐˜ช๐˜ญ ๐˜ฑ๐˜ถ๐˜ฃ๐˜ฃ๐˜ญ๐˜ช๐˜ค๐˜ฐGli attori sono disciplinati, vigorosi, coesi, organizzati: questo permette loro un cicaleccio allegro, tra le varie riprese e false partenze, che non li distoglie dallโ€™obbiettivo condiviso e accuratamente codificato.Rintraccio movimenti precisi, la solida volontร  e intelligenza istintiva che li governa, essi mi danzano davanti agli occhi con un ritmo ipnotico, alternato al via vai accudente dellโ€™ape regina tra le celle del favo, per spremerne il miele.E allora capisco: il mondo di Our heart learns รจ un alveare.โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”"Our Heart Learns" di Guillermo VerdecchiaTraduzione Kiara PipinoRegia, scene e costumi Mercedes MartiniInterpreti Rita Castaldo, Alberto Giusta, Silvia Napoletano, Martina Sammarco, Matteo SintucciMusiche Riccardo BarberaLuci Aldo MantovaniLedwall Squeasy Film e Aldo MantovaniAssistente alla regia Federica Kessisogludirettore di scena Desirรฉe Tesoroelettricista Lorenzo Maugerifonico Claudio Torlaioperatore video Luca Nasciutisarte Annalisa Recchioni, Angela SivieroProduzione Teatro Nazionale di Genova
Trascendance
28-10-2021
Trascendance
Matteo Valentini ci guida nel mondo metal di ๐—ง๐—ฟ๐—ฎ๐˜€๐—ฐ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐—ฒ.โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”Al mio ingresso nel mondo di Trascendance, trovo una luce accecante circondare due figure umane sul palcoscenico. Sono un uomo e una donna seduti su un letto sfatto, bianco come i loro corpi seminudi. Il colore, contrastante con lโ€™oscuritร  della platea, non ha nulla del candore e della purezza a lui di solito associati, ma richiama piuttosto la sterilizzazione di una sala operatoria e la cupezza di un obitorio.In occasione dei frequenti cambi scena che punteggiano tutta la sessione di prove, regalando brevi attimi di buio totale, i due attori si esercitano a cambiare abito o posizione il piรน rapidamente possibile. โ€œDovete dirmi se vi serve tempo, perchรฉ il mio lavoro รจ darveloโ€: mentre si sposta da un lato allโ€™altro della platea, la regista Serena Sinigaglia ripete incessantemente questa frase. Il suo compito dichiarato non รจ solo quello di dettare il ritmo allo spettacolo, ossia di fare in modo che i movimenti sulla scena combacino con la musica che riecheggia in sala, ma soprattutto quello di strappare a sรฉ il tempo e di piegarlo alla propria volontร . Lโ€™atmosfera forense che aleggia sul mondo di Trascendance prevederebbe lโ€™azzeramento di qualsiasi attivitร  che non fosse quella microbiologica della decomposizione dei corpi. Un grado zero dellโ€™espressione, del movimento e dello scorrere delle cose. Sinigaglia, tuttavia, non si abbandona allโ€™atmosfera a cui lei stessa ha dato forma, ma contratta strenuamente con il tempo a sua disposizione e con gli elementi che vi si muovono allโ€™interno, ora slargando il primo ora velocizzando i secondi: il mondo in cui si trova รจ una sala di montaggio e lei ne รจ la direttrice. โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”"Trascendance" di Sabrina MahfouzRegia Serena SinigagliaTraduzione Monica CapuaniInterpreti Lucia Limonta, Edoardo RotiAssistente alla regia Carlo OrlandoVideo Anna Frigo, Michele InnocenteLuci Aldo MantovaniCostumi Katarina Vukcevicdirettore di scena Salvatore Arenaelettricista Lorenzo Maugerifonico Claudio Torlaioperatore video Luca Nasciutisarte Annalisa Recchioni, Angela Sivieroproduzione Teatro Nazionale di Genova
Change le monde, trouve le guerre
26-10-2021
Change le monde, trouve le guerre
Entriamo con Marta Cristofanini nel mondo di ๐—–๐—ต๐—ฎ๐—ป๐—ด๐—ฒ ๐—น๐—ฒ ๐—บ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ, ๐˜๐—ฟ๐—ผ๐˜‚๐˜ƒ๐—ฒ ๐—น๐—ฎ ๐—ด๐˜‚๐—ฒ๐—ฟ๐—ฟ๐—ฒ. โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”Notte. Dalla strada deserta mi immergo nel buio frondoso della platea, deserta anchโ€™essa.La regista mi dร  le spalle: in piedi davanti al palco, ragiona sommessamente con i tre attori, in piedi, sul palco. Il tecnico del suono รจ seduto nei pressi. Benchรฉ le voci siano pressochรฉ inudibili, ne apprezzo il tono risoluto e al tempo stesso morbido: gli attori riprendono la scena interrotta. Sullo sfondo, il video ininterrotto di due occhi femminili spalancati sul pubblico โ€“ me โ€“ mi ricordano la fissitร  profetica del dottor T.J. Eckleburg nel Grande Gatsby. Questi occhi sono spalancati su un presente che diventa passato in un battito di ciglia: il battito raccontato nella storia che nel mondo di Change le monde, trouve la guerre si sta cercando di costruire insieme, passo per passo, battuta per battuta.I tre interpreti hanno movenze molleggiate e spavalde, concentrate e volatili al tempo stesso. Mi ricordano le tribรน indigene che si muovono a loro agio nei fanghi e tra le insidie in agguato delle foreste pluviali, e che sanno ascoltare il minimo pulsare di quel verde abbacinante: lo scricchiolio di una foglia rigata dalla pioggia, il chioccolio rauco di un pappagallo in volo, la rifrazione obliqua di un raggio lunare.In una complicitร  sospesa tra la vita e la morte, รจ con leggerezza che qui sโ€™impara a guadare il fiume abitato dagli alligatori e a interpretare i segnali della foresta, intrecciati alle liane, seduti sul muschio.Mi abbandono al tubare a tratti goliardico, a tratti sacrale di questa tribรน, affondando tra le fronde della sua Amazzonia.โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”"Change le monde, trouve la guerre" di Fabrice Murgia Regia Thea DellavalleTraduzione Anna GiaufretInterpreti Irene Petris, Emanuele Righi, Alice TorrianiCollaborazione artistica Irene PetrisVideo Daniele SalarisRushes Emilienne TempelsLuci Aldo MantovaniCollaborazione al suono Gup Alcarodirettore di scena Salvatore Arenaelettricista Lorenzo Maugerifonico Claudio Torlaioperatore video Luca Nasciutisarte Annalisa Recchioni, Angela Sivieroproduzione Teatro Nazionale di Genova
Il vigneto
24-10-2021
Il vigneto
La voce e la penna di Matteo Valentini ci immergono nel mondo de ๐™„๐™ก ๐™ซ๐™ž๐™œ๐™ฃ๐™š๐™ฉ๐™ค.โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”Il mondo de Il vigneto รจ composto da due sezioni compenetrate lโ€™una nellโ€™altra, ma ben lontane da una qualsiasi ibridazione. A metร  della platea, i tecnici dellโ€™audio e delle luci siedono assiepati attorno ai mixer e dialogano con la regista sulla resa di certi sfondi e sul volume di certi suoni; nello spazio del palcoscenico le quattro attrici mettono alla prova la propria memoria, ripetendo a briglia sciolta e in grande sintonia le battute del copione.I due sottomondi non sembrano accorgersi della reciproca esistenza, nonostante la distanza tra loro non raggiunga i cinque metri, e procedono con le attivitร  prefissate in maniera del tutto autonoma. A sorprendere รจ, soprattutto, come un repentino cambio nellโ€™illuminazione o lo scoppio di un suono piรน forte del normale non smuovano per nulla le interpreti e non interrompano il flusso della loro recitazione nemmeno per un sobbalzo o una strizzata dโ€™occhi.La relazione tra le due metร  si sostanzia non in una comunicazione diretta, ma in un montaggio di frasi e atmosfere, assemblate liberamente da chi osserva e ascolta. Sotto la conseguente situazione di incongruenza costante , in cui un dialogo sussurrato puรฒ essere sovrastato da un pesante tintinnio di monete, emerge la tensione di una sintesi, che rende il mondo de Il vigneto la promessa di una comunitร . โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”"Il vigneto" di Suzue Toshiroregia Thaiz Bozano traduzione Elly NagaokaAdattamento Federico Pitto, Thaiz Bozanointerpreti Irene Villa, Lisa Lendaro, Francesca Santamaria Amato, Melania GennaAssistente alla regia Sonia Convertini Illustrazioni Massi Kabuto RepettoAnimazioni Luca FioratoContributi Video Michele Giusepponedirettore di scena Fabrizio Montaltoelettricista Marco Giorcellifonico Edoardo Ambrosiooperatore video Stefano Gualtierisarte Annalisa Recchioni, Angela Sivieroproduzione Teatro Nazionale di Genova
Dati sensibili : New Constructive Ethics
22-10-2021
Dati sensibili : New Constructive Ethics
La voce di Marta Cristofanini ci permette di entrare nel mondo di ๐˜ฟ๐™–๐™ฉ๐™ž ๐™จ๐™š๐™ฃ๐™จ๐™ž๐™—๐™ž๐™ก๐™ž: ๐™‰๐™š๐™ฌ ๐˜พ๐™ค๐™ฃ๐™จ๐™ฉ๐™ง๐™ช๐™˜๐™ฉ๐™ž๐™ซ๐™š ๐™€๐™ฉ๐™๐™ž๐™˜๐™จ.โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”La giornata che lasciamo dietro di noi รจ umida, pesante, piena di scorie atmosferiche. Fa un caldo strano, ottundente. Lโ€™attore e regista del cui mondo abbiamo appena varcato la soglia rassetta lo spazio in cui siamo stati accolti a braccia aperte. Mi sento come una pellegrina appena giunta a un santuario, in cui si provvederร  al mio benessere essenziale: acqua, cibo, un poโ€™ di riposo.Mi accomodo, seduta, insieme ad altri compagni di viaggio. Parliamo del tempo: quanto il meteo influenza lo stare al mondo, il pensiero, lโ€™attivitร  fisica e intellettuale?Che opere si possono creare con una pioggia costante e battente, fuori?Che opere siamo in grado di plasmare, senza vedere il sole per settimane, mesi, forse anni, fuori?Che opere fioriscono sotto un sole feroce, che non sbatte mai le palpebre, e non conosce riposo, fuori?Non a tutte le domande si deve rispondere a voce alta. Nel mondo di Dati Sensibili, Teodoro Bonci del Bene torreggia calmo, affilato, dal suo sgabello posto al centro di una scena essenziale, affiancato da due grandi casse: lo spalleggiano come due guardie, come due cani fedeli. Prigioniero e padrone. Il mondo dentro, il mondo fuori. Che cosa porto dentro, che cosa lascio fuori. Che cosa entra nel fuori, e che cosa lascio nel dentro.Ci sono echi di una stessa voce โ€“ molteplice โ€“ a rispondermi. Qui, in questo mondo, sembra tutto in piena vista, eppure ogni parola โ€“ detta e non detta โ€“ sembra rimbombare e rifrangersi contro pareti nascoste, ogni pensiero รจ riecheggiato da mille voci silenziose. Quante stanze ha questa stanza?, penso. La sola spiegazione possibile, mi dico, รจ che il mondo di Dati Sensibili sia una fortezza, racchiusa in un pugno.โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”"Dati sensibili: New Constructive Ethics" di Ivan Vyrypaevregia e traduzione Teodoro Bonci del Bene interprete Teodoro Bonci del Bene luci Davide Riccardicostumi Medina Mekhtievaproduzione Teatro Nazionale di Genova
Sherpa
19-10-2021
Sherpa
Matteo Valentini legge il suo taccuino dalle prove di ๐™Ž๐™๐™š๐™ง๐™ฅ๐™–.โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”Entrato nel mondo di Sherpa, sento un cane abbaiare a pochi metri da me. Cerco di individuarlo nella platea illuminata dalla luce del palcoscenico, ma senza successo: penso debba trattarsi di un cane molto piccolo, o addirittura invisibile. Muovendomi guardingo nella semi-oscuritร , mi sforzo di non attirare con i miei movimenti nรฉ le ire dellโ€™animale, ovunque esso sia, nรฉ le attenzioni dei tecnici, degli attori, delle attrici o della regista, che vedo di spalle leggermente allungata sulla sua poltroncina. Giorgina Pi reclina impercettibilmente il capo per parlare fitto con uno dei suoi assistenti, mentre le cinque lampadine sospese sul palcoscenico imprigionano ogni interprete in uno stretto cono di luce. I loro corpi sono screpolati da una certa foschia, che pure ne ispessisce la materialitร : mai sembrano essere stati piรน pesanti e, contemporaneamente, imperscrutabili. Un tepore accidioso domina la sala, permettendo a ciascuno soltanto azioni e parole brevissime, lente e misteriose. Monta in me la sensazione di non afferrare qualcosa, o di perdere continuamente il filo che sarebbe capace di orizzontarmi. Con un cane ben nascosto al suo centro, il mondo di Sherpa ha tutto lโ€™aspetto di un labirinto. โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”โ”"Sherpa" di di Roland Schimmelpfennigregia Giorgina Pitraduzione Laura Olivicon Fabrizio Contri, Carolina Ellero, Cristina Parku, Aurora Peres, Gabriele Portoghese video e luci Andrea Galloproduzione Teatro Nazionale di Genova