Anni fa ero a Roma, gironzolavo per il mercato di Porta Portese con la mia macchina fotografica, una vecchia Zenit usata e pesantissima.
Avevo il mio bel rullino nuovo e cercavo spunti per una foto pittoresca.
Ogni dieci secondi alzavo l’obiettivo, infilavo l’occhio nel mirino ma niente, non c’era uno scorcio, un istante, una scena degni di nota.Tutto sembrava banale e un po’ posticcio.
Scoraggiato stavo per rinunciare quando mi sentii toccare la schiena. Mi voltai e una bambina zingara, tutta sporca e bellissima, sorridendomi mi chiese: "Che me fai 'na foto?"

Questo ricordo è emblematico, e mi è sempre servito quando con la scrittura sentivo di non stare andando da nessuna parte, quando non riuscivo ad afferrare nessuna storia.
Forse, in certi casi è la storia ad afferrare noi.
A patto che quando ci tocca la schiena, noi siamo pronti a voltarci e ad ascoltarla.

In questa puntata proverò a elencarti una serie di “strumenti” per avere il serbatoio dell’immaginario sempre pieno.